Esame Audiometrico Tonale

È un test di misurazione della soglia uditiva, eseguibile sia per via aerea che per via ossea con eventuale mascheramento contro-laterale. Il suono viene trasmesso al paziente tramite cuffia o vibratore osseo.

Esame Audiometrico Vocale

È un test di misurazione della discriminazione vocale (comprensione delle parole) eseguito mediante la somministrazione al paziente di una lista di parole, attraverso la cuffia, un vibratore osseo o in campo libero. Si presenta al paziente una lista di 10 parole appositamente tarate e registrate e si registra a che intensità il paziente è in grado di ripetere esattamente tutte le parole proposte.

Esame Impedenzometrico

È un test composto da due fasi entrambe molto importanti, la prima è la misurazione della compliance timpanica (cedevolezza del timpano), ottenuta mandando in successione una pressione positiva e negativa in modo da far spostare la membrana del timpano e da valutarne la sua funzionalità; la seconda per la rilevazione dei riflessi stapediali sia ipsi che contro-lateralmente. Nell’insieme il test è fondamentale per individuare eventuali problemi a carico dell’orecchio medio (sospetta Otosclerosi o presenza di catarro nell’orecchio); il test viene eseguito inserendo un tappino di gomma all’interno del condotto uditivo esterno in modo da ottenere una chiusura ermetica e poter iniziare la registrazione.

Reflex Decay Test

È un test eseguito con l’impedenzometro; esame conosciuto anche come decadimento del riflesso stapediale; si può eseguire solo quando il riflesso stapediale a 500Hz o a 1000Hz è presente. Consiste nell’inviare all’orecchio un suono costante per 10 secondi valutando l’ampiezza della deflessione del riflesso stapediale. Se il valore della deflessione si riduce per più del 50% del valore iniziale, l’adattamento è patologico.

Acufenometria

È un test soggettivo, conosciuto anche come “Curva di Feldman”, che identifica l’intensità e la frequenza dell’acufene; al paziente attraverso la cuffia dell’audiometro viene presentato un rumore a banda stretta e gli si chiede di confrontare l’acufene con il suono presentato fino a che non si trova quello più simile o uguale per frequenza.L’intensità soggettiva viene identificata in rapporto alla soglia audiometrica per la frequenza specifica; il test può essere utile per evidenziare una probabile (ma non certa) origine dell’acufene a seconda che il “pitch” si trovi sulle alte o basse frequenze.

Ricerca della soglia del fastidio

È un test eseguito in cuffia attraverso l’audiometro; al paziente vengono inviati una serie di suoni di diverse frequenza con un’ intensità gradualmente crescente fino a che il paziente non riferisce fastidio nei confronti del suono stesso. In questo modo è possibile valutare l’eventuale fenomeno chiamato “iperacusia”, cioè una spiccata sensibilità nei confronti del rumore.

Esame della funzionalità tubarica

I test di misurazione della funzionalità della “Tuba di Eustachio” si differenziano per metodica e interpretazione dei risultati. Gli esami di routine sono rappresentati dal test di Valsalva e dal test Toynbee. Se, praticando le prove, la pressione endotimpanica non varia, siamo di fronte ad una disfunzione tubarica. Se invece i valori di pressione endotimpanica variano, possiamo studiare le variazioni pressorie con le manovre di Valsalva e di Toynbee. Il paziente viene invitato a deglutire, registrando poi un nuovo timpanogramma per vedere se è stato in grado di riequilibrare le pressioni. Mentre la prova di Toynbee è in grado di creare nell’orecchio medio una pressione negativa di — 100 — 200 mm H20, quella di Valsalva provoca una variazione di pressione della medesima entità ma di segno opposto.
L’Inflation-Deflation test. Si rileva preliminarmente il valore timpanometrico normale, quindi si porta il valore di pressione aerea nel condotto uditivo esterno a + 200 mm H20. Il paziente viene invitato a deglutire ripetutamente ed in presenza di una tuba efficiente il picco del timpanogramma risulterà alla fine spostato verso valori negativi (—20, — 30 mm H20 rispetto ai valori di base). L’inverso avverrà applicando al condotto uditivo delle pressioni negative. In presenza di una tuba beante si effettua un timpanogramma durante la respirazione ed uno trattenendo il respiro. Le oscillazioni della linea timpanometrica dovrebbero coincidere con gli atti della respirazione e dovrebbero incrementarsi durante le inspirazioni e le espirazioni forzate.

Potenziali evocati uditivi

È un esame elettro-fisiologico che indaga l’integrità del nervo acustico evidenziando eventuali micro-alterazioni (esempio: neurinoma dell’acustico in fase iniziale); viene prescritto come primo esame a carico del nervo acustico vista la sua grande affidabilità e precisione, solo di fronte ad un tracciato non perfetto viene richiesta una Risonanza Magnetica. L’esame però eseguito con parametri e modalità differenti può essere molto utile anche per un altro aspetto: rilevare una soglia uditiva oggettiva, cosa molto importante sia per i sospetti di ipoacusia infantile (che può essere evidenziata e quantificata in tempi abbastanza precoci, essendo l’esame già molto attendibile nei primi mesi di vita) sia per oggettivare ipoacusie a livello medico-legale in quanto il classico esame audiometrico è un esame soggettivo e i quanto tale può essere messo in discussione (anche se un esame audiometrico, eseguito correttamente e scrupolosamente, non lascia molti dubbi, ma è sempre un esame soggettivo) rispetto ad un esame oggettivo.