L’ascesso peritonsillare si osserva essenzialmente nell’adolescente e nel giovane adulto in corso di flogosi faringotonsillari, talora ricorrenti, con progressione dello stesso processo attraverso la capsula tonsillare ed invasione dello spazio peritonsillare tra capsula tonsillare e parete muscolare faringea (muscoli costrittori del faringe).
Nella sua formazione si passa da una semplice tonsillite essudativa a una cellulite peritonsillare (flogosi in assenza di pus), fino all’ascesso peritonsillare (presenza di pus).
Gli agenti eziologici principali sono Streptococcus pyogenes, Staphylococcus aureus, Haemophilus influenzae, anche se più frequentemente viene riscontrata una flora batterica mista (aerobi ed anaerobi).

Ascesso peritonsillare: gli aspetti clinici

Clinicamente si presenta con odinofagia, disfagia e febbre. Nei casi più gravi può essere presente trisma, otalgia e difficoltà respiratoria. All’esame obiettivo si evidenzia una tumefazione del palato molle, dell’ugola e del pilastro palatino anteriore, medializzazione della tonsilla, talora essudato purulento sulla superficie tonsillare e adenopatie laterocervicali. In presenza di un quadro clinico così definito, resistente alla eventuale terapia domiciliare già in corso, risulta necessaria l’ospedalizzazione per una più precisa definizione diagnostica mediante esami ematochimici e radiologici.

  • Una radiografia del torace o una ecografia del collo possono servire ad escludere altre condizioni cliniche a carico delle vie respiratorie:
  • Epiglottite
  • Ascesso retrofaringeo
  • Focolai polmonari
  • Esami ematochimici e sierologici sono utili per escludere la mononucleosi, responsabile nel 20% dei casi di ascessi peritonsillari, emocromo e pcr.
  • Esami batteriologici servono per identificare i germi patogeni.

Terapia

La necessità di un trattamento rapido e preciso, mirato a creare un drenaggio dell’ascesso verso il cavo orale, si deve alla possibilità dell’estensione dello stesso processo purulento ai tessuti del collo e da questi a livello toracico, nonché alla possibilità di fenomeni settici generali. La terapia antibiotica per via endovenosa viene proseguita sino alla remissione della malattia. In alcuni casi recidivanti è indicato l’intervento di tonsillectomia.