Esami strumentali della tiroide

L’esame citologico mediante agoaspirato si applica in caso di una patologia nodulare sospetta della ghiandola tiroide. Andrebbe praticato in caso di presenza di noduli anche di piccole dimensioni “freddi” alla scintigrafia, noduli tiroidei di dimensione superiore al cm, in pazienti con anamnesi positiva per pregressa irradiazione del capo e del collo o dell’intero corpo per trapianto di midollo osseo ,storia familiare di carcinoma tiroideo o di neoplasie endocrine multiple [MEN] tipo 2, esposizione a radiazioni ionizzanti da fallout nel corso dell’infanzia o dell’adolescenza e da rapida crescita con modificazione del tono della voce. Ulteriori dati obbiettivi che suggeriscono possibile malignità sono rappresentati da paralisi delle corde vocali, linfoadenopatie latero-cervicali e immobilità del nodulo rispetto ai tessuti circostanti.

Sotto controllo ecografico o durante esperta palpazione si “punge” il nodulo e si aspira materiale cellulare. L’esame del materiale aspirato deve essere eseguito da personale altamente qualificato, per garantire al paziente il minimo fastidio possibile in fase d’esame. L’esame di per se, non crea grossi disagi, ne eccessivo fastidio. Il dolore percetipo è quello di una semplice puntura, e dura pochi secondi.

Scintigrafia

La scintigrafia tiroidea, invece, è un’indagine condotta per valutare la distribuzione di un tracciante radioattivo iodato (radioiodio) nel parenchima della tiroide.Con tale metodica si possono evidenziare aree ipercaptanti ( rosse) , ed aree ipocaptanti in azzurro e verde.
Si esegue somministrando un indicatore radioattivo che viene assorbito della tiroide e la cui presenza è rilevata da una apparecchiatura predisposta a riconoscerne la presenza, la distribuzione e l’entità della fissazione.

È particolarmente utile nei casi di nodularità tiroidee in quanto ci informa se il nodulo ha forte o debole affinità con l’indicatore e sarà possibile distinguere i noduli freddi, ipocaptanti, di natura sospetta displasica o neoplastica (infatti il tessuto tumorale perde la sua funzione di captazione) e noduli caldi, o aree ipercaptanti (adenoma tiroideo, m. di plummer, adenoma tossico). Nel primo caso, nodulo caldo, le aree circostanti della ghiandola saranno scarsamente rappresentate indicando una stato di “riposo” di tali zone (adenoma tiroideo con soppressione funzionale del resto della ghiandola); nel secondo caso, nodulo freddo, dovremo ricorrere ad ulteriori accertamenti di tipo citologico per definire la natura benigna o maligna del nodulo stesso.

Ecografia

È una indagine semplice, innocua, indicata in tutti i casi senza alcun problema per l’età, il sesso, la gravidanza o l’allattamento. L’esame deve essere eseguito con operatori qualificati con apparecchi dotati di sonde ad alta risoluzione. Ripetendo una ecografia per apprezzare modificazioni tiroidee nel tempo, è buona norma eseguire l’esame possibilmente sullo stesso apparecchio e con lo stesso operatore. Con l’ecografia si può:

  • Misurare le dimensioni esatte della ghiandola, calcolarne il volume e valutare la risposta di una tiroide ingrandita al trattamento.
  • Verificare la presenza di un nodulo, misurarlo nelle tre dimensioni, esaminarne le caratteristiche (solido, liquido, misto), i margini, i rapporti con le altre strutture.
  • Valutare le risposta alla terapia di un sindolo nodulo.
  • Seguire un paziente operato di tumore, per valutare una eventuale recidiva.
  • Eseguire una biopsia guidata quando il nodulo è piccolo o vicino a struttura delicate quali arterie.
  • Con la tecnica doppler associata all’ecografia si può studiare la vascolarizzazione della tiroide o di un singolo nodulo e trarne importanti informazioni circa la funzionalità e l’attività metabolica.