La rinite allergica è una patologia in costante aumento in quasi tutto il mondo: si stima che il 10-30% della popolazione generale ne soffra, con una percentuale che salirebbe addirittura al 40% nei bambini.

La rinite allergica può colpire a qualsiasi età, pur essendo più frequente sotto i 30 anni. Altri dati epidemiologici ci dicono che c’è una lieve prevalenza nel sesso femminile e nel 50% dei casi sono presenti fattori ereditari.

Per quanto riguarda soprattutto i più piccoli, questa patologia presenta importanti ripercussioni sia di carattere socio-economico, in termini di spese mediche, assenze scolastiche, giorni di lavoro persi dai genitori, sia di carattere più ampiamente psico-sociale, potendo incidere significativamente sulle performances scolastiche e più in generale sulla qualità della vita dei bambini e dei loro genitori.

La rinite allergica è dovuta a una infiammazione allergica della mucosa nasale scatenata dall’esposizione all’allergene. Il processo infiammatorio vede coinvolte varie cellule, in particolare mastociti, eosinofili e basofili la cui attivazione porta al rilascio di mediatori e citochine che sono responsabili delle alterazioni fisiopatologiche come l’attivazione dei nervi sensoriali, l’essudazione plasmatica, la congestione dei sinusoidi venosi e quindi dei sintomi.

La rinite allergica può essere stagionale o intermittente, se compare in alcuni periodi dell’anno, oppure perenne se i sintomi sono presenti durante tutto l’anno.
La rinite stagionale si manifesta nei periodi di pollinazione che si realizzano per lo più tra la primavera e l’estate.

Anamnesi rinite allergica

Passo importante per una impostazione diagnostica adeguata è una corretta raccolta dell’anamnesi.
Gli elementi su cui il medico deve indagare riguardano l’anamnesi familiare, fisiologica, patologica remota e prossima.

  • Anamnesi familiare – Molte malattie allergiche sono di origine familiare e pertanto è utile indagare sulla presenza di malattie allergiche e/o immunitarie in ascendenti collaterali-discendenti.
  • Anamnesi fisiologica – Riguarda le notizie su particolari eventi fisiologici. In allergologia sono importanti le abitudini di vita, l’uso di farmaci, le abitudini alimentari, l’attività lavorativa (molte allergie sono su base professionale) e l’esposizione a fattori ambientali particolarmente allergogeni (animali, micofiti, acari).
  • Ananmesi patologica remota – Oltre a raccogliere in maniera cronologica tutti gli eventi morbosi di cui ha sofferto il paziente, è importante raccogliere notizie su eventuali flogosi bronchiali, faringee e dell’orecchio.
  • Anamnesi patologica prossima – È ovviamente il cardine diagnostico. È necessario raccogliere dati completi su
  • Sintomi nasali (ostruzione, starnuti, rinorrea, prurito);
  • Epoca di insorgenza;
  • Disturbi del sonno;
  • Periodicità;
  • Segni clinici, espressione di eventuali complicanze come presenza di cefalea, anosmia, tosse, ipoacusia (questo sintomo è dovuto ad interessamento infiammatorio della tuba di Eustachio e quindi dell’orecchio medio).

Esame obiettivo

Altro cardine della visita specialistica è la ricerca di “segni obiettivi” indicativi di uno stato allergico che si possono cogliere già all’ispezione:

  • Occhiaie allergiche.
  • Saluto allergico: consiste nell’utilizzare il palmo della mano per schiacciare la punta del naso verso l’indietro per avere una riduzione del prurito.
  • Piega allergica: solco nasale trasversale che si evidenzia subito dopo la punta del naso; questa piega si sviluppa dopo circa due anni di riniti allergiche continue.

Con la rinoscopia si valuta lo stato delle mucose nasali che possono essere iperemiche, pallide, ipertrofiche, in degenerazione polipoide. Importante poi valutare la dimensione dei turbinati.