Per alitosi si intende l’emissione di aria maleodorante con il respiro e la fonazione. È un problema che può compromettere gravemente la vita sociale di una persona e si calcola che nel mondo circa il 50% della popolazione soffre, in maniera più o meno marcata, di tale disturbo.

L’alito, costituito dall’aria che si espira, è formato da vapore acqueo, alcuni gas e scorie microscopiche che, in soggetti sani e che non trascurano l’igiene orale, risulta essere inodore. La causa dell’odore cattivo è da ricercarsi, nella maggior parte dei casi, nella bocca. Nel cavo orale ci sono alcuni ceppi di batteri anaerobi (cioè che proliferano in assenza di ossigeno) che in determinate condizioni producono gas a base di zolfo (chiamati composti volatili solforati o CVS). Tali batteri vivono nella bocca pertanto i gas emessi provengono dalla bocca. L’azione metabolica di tali microrganismi  provoca la putrefazione delle sostanze organiche, principalmente proteiche, contenute nella saliva, nei residui alimentari, nelle cellule di sfaldamento della mucosa orale, nel sangue libero eventualmente presente in caso di gengivite, parodontite o soluzioni di continuo delle mucose.

Per alitosi si intende l’emissione di aria maleodorante con il respiro e la fonazione

Vari tipi di alitosi

  1.  L’alitosi transitoria. È tipica di alcuni momenti della giornata ed è provocata da stati fisiolgici o parafisiologici.
  2.  L’alitosi patologica persistente. È, invece, legata all’esistenza di patologie sistemiche, oppure, più frequentemente, a condizioni di provenienza dal cavo orale.
  3. Pseudoalitosi o alitofobia. Non è una vera e propria condizione alitosica, riguarda piuttosto la costante paura di avere l’alito cattivo.

Alitosi transitoria – fisiologica o parafisiologica

Nell’alitosi transitoria il disturbo è temporaneo e si può ricondurre con precisione a determinati fattori: consumo di alimenti cosiddetti alitogeni come aglio, cipolla e alcune spezie, consumo di alcool (anche quello contenuto in alcuni farmaci), assunzione di farmaci che comportano l’immissione di sostanze alitogene nel torrente sanguigno e di qui nell’aria espirata, di farmaci che diminuendo la quantità di saliva disponibile per la funzione di autodetersione all’interno della bocca incoraggiano la moltiplicazione batterica, nel corso di un digiuno prolungato, al risveglio mattutino (alito cattivo da risveglio). Anche in queste due ultime situazioni la causa del maleodore orale va ricercata nella diminuzione della salivazione e perciò della sua azione di risciacquo e diluizione dei composti volatili solforati con aumento del PH all’interno del cavo orale. Una condizione di acidità all’interno della bocca favorisce la produzione dei composti solforati responsabili dell’emissione di fiato maleodorante.

Alitosi persistente – patologica.

Quando, invece, ci troviamo di fronte ad un’alitosi persistente, il problema si fa più complesso e richiede un’anamnesi completa e scrupolosa che ci permetta di ricondurlo a patologie che  riguardano esclusivamente la bocca oppure che coinvolgono l’organismo nel suo insieme.
Chiariamo subito che l’alitosi dipendente da malattie generali riguarda solamente il 10% dei soggetti che lamentano questo disturbo e aggiungiamo che normalmente non è il primo sintomo che questi avvertono. Molte persone ritengono che l’alito cattivo possa dipendere da patologie dell’apparato digerente e che proprio per questo non ci sia nulla da fare: è importante sapere che solo l’1% degli individui affetti da alitosi hanno problemi a livello del sistema digerente! L’alitosi da cause gastriche è molto rara e richiede un funzionamento errato del cardias, lo sfintere che separa lo stomaco dall’esofago, con reflusso esofageo. Malattie sistemiche in grado di provocare alitosi sono il diabete mellito, l’insufficienza renale cronica, epatopatie gravi per l’alterazione dei normali equilibri metabolici.
Più frequentemente delle altre malattie, quelle otorinolaringoiatriche, sinusiti e tonsilliti ad esempio, possono comportare alito sgradevole per la presenza di essudato e colonie batteriche nel  cavo orale o in zone che comunicano con questo ma rappresentano comunque un’esigua quantità dei casi di alitosi rispetto a quelli che dipendono da problemi di pertinenza odontontoiatrica. Nelle cripte tonsillari, (tonsilla criptica) che si presentano come cavità tortuose, possono accumularsi detriti organici che una volta colonizzati da batteri produttori di composti solforati danno luogo al fenomeno dell’alitosi.

Pseudoalitosi o alitofobia.

L’alitofobia è la paura esagerata di soffrire d’alito cattivo. Chi soffre d’alitofobia spesso evita le situazioni sociali e si affanna di continuo nel cercare di celare il proprio cattivo odore, pulendo frequentemente i denti, masticando continuamente gomme, succhiando caramelle, tenendo distanze di sicurezza o parlando col viso inclinato. Molti di coloro che soffrono di alitofobia hanno avuto nell’infanzia un genitore che soffriva di alito cattivo e al raggiungere della maturità hanno sviluppato la preoccupazione di avere ereditato la caratteristica.

Principali germi dell’alitosi

I seguenti germi colonizzatori della lingua, sarebbero in parte correlabili alla presenza di alitosi: Porphyromonas, Prevotella, Actinobacillus e Fusobacterium.
Alcuni tipi di farmaci possono contribuire all’insorgere del cattivo alito. Molti farmaci hanno una funzione disidratante per la mucosa orale e, in taluni casi, alterano le proprietà gustative. Tra questi vengono annoverati: antidepressivi, ansiolitici, antipsicotici, antistaminici, antiipertensivi, anticolinergici, antispasmodici, ACE-inibitori, agenti antineoplastici, agenti antiretrovirali, agenti simpatico mimetici, analgesici oppioidi, anoressizzanti e stimolanti del sistema nervoso centrale, antiaritmici, antidepressivi, antidiarroici, antimaniacali, antimuscarinici, antinfiammatori, antiparkinsoniani, ecc.

Che tipo di alimentazione si dovrebbe seguire?

Ripartire in maniera equilibrata i carboidrati e le proteine e non assumere elevate quantità di proteine superiori al fabbisogno giornaliero. Persone che svolgono esercizi fisici e assumono notevoli quantità di proteine per potenziare la loro muscolatura possono presentare fenomeni di alterazione dell’alito, in quanto i batteri sintetizzano le proteine per produrre i VSC.
Bere almeno due litri di acqua al giorno ed usare alimenti ricchi di fibre. Limitare l’uso di aglio e cipolla che possono provocare cattivo odore anche 72 ore dopo l’ingestione.

È normale avere patine biancastre sulla lingua?

Molte persone hanno una patina biancastra sulla lingua e i ricercatori hanno identificato in tale rivestimento la sorgente primaria del cattivo alito. Questa patina si ispessisce, come la placca che si deposita sui denti, per cui deve essere rimossa con appositi spazzolini linguali.

Le protesi possono provocare cattivi odori?

Le protesi tendono a trattenere batteri e materiale organico sia nei pori microscopici, sia negli spazi tra la base della protesi e i denti. Nel caso delle protesi mobili totali o parziali, oltre all’accumulo di materiale organico nelle porosità della resina si possono accumulare in gran quantità batteri, funghi, particelle di cibo e cellule. Queste si disgregano nei composti organici volatili (VOC), che sono molto simili ai composti sulfurei volatili (VSC). Si consiglia, nel caso delle protesi mobili di immergerle in soluzioni a base di diossido di cloro stabilizzato, per deodorare e neutralizzare i VOC. Nel caso di protesi fisse, invece, è consigliabile usare collutori con la molecola sopracitata.