La mononucleosi è una malattia infettiva causata dal virus di Epstein Barr (EBV). L’Epstein-Barr Virus (EBV), appartiene alla famiglia degli Herpes virus, in cui rientrano anche gli Herpes virus 1 e 2; il virus della varicella-zoster e il Cytomegalovirus (CMV). Si tratta di un’infezione acuta e contagiosa, caratterizzata da un elevato numero di globuli bianchi di grandi dimensioni (cellule mononucleate) nel sangue.

Come si trasmette la mononucleosi infettiva

I maggiori rischi di contagio si hanno nel corso dell’infanzia e nell’adolescenza: i bimbi in genere, contraggono l’infezione per la condivisione di oggetti contaminati, quali piatti, bicchieri o posate con i familiari, mentre tra i giovani e gli adulti l’infezione si diffonde principalmente attraverso il bacio. La mononucleosi è diffusa soprattutto nella fascia di età che va dai 15 ai 25 anni, ma può essere trasmessa anche a una persona adulta.

Nei bambini che contraggono la mononucleosi in età inferiore ai 12 anni (con lo scambio di giochi portati alla bocca), l’infezione è quasi sempre asintomatica o con sintomi così lievi da venire, il più delle volte confusa con una normale influenza.

In condizioni normali, una persona smette di essere infettiva dopo circa 5-7 giorni dalla fine dei sintomi più evidenti, anche se il virus, rimasto latente nell’organismo, può riattivarsi in maniera asintomatica e può essere nuovamente eliminato attraverso la saliva. Il periodo di incubazione va dalle 4 alle 6 settimane negli adulti (giovani e anziani) mentre è inferiore ai 15 giorni nei bambini.
La mononucleosi infettiva è piuttosto contagiosa e, secondo stime recenti, circa l’80-90% della popolazione adulta dei Paesi occidentali, senza alcuna differenza tra i due sessi, dimostra di essere venuta in contatto con il virus EBV.

Come si manifesta

Si manifesta, principalmente, con febbre, ingrossamento dei linfonodi del collo, della nuca e delle ascelle, stanchezza estrema (astenia). In alcuni casi si verificano un aumento di volume della milza e del fegato e mal di gola intenso con alterazione delle tonsille, che possono essere ricoperte di placche. Il decorso naturale della malattia è in genere benigno.

Nei bambini l’infezione è solitamente asintomatica o viene confusa con un banale mal di gola mentre nei giovani è più frequente la forma classica di mononucleosi infettiva; negli individui adulti è, invece, tipica una forma lieve, con febbre, malessere e debolezza. Sicuramente questa malattia dà segni di sé soprattutto quando colpisce individui debilitati con sistema immunitario compromesso.

Serie complicazioni, fortunatamente piuttosto rare, possono verificarsi a carico del sistema nervoso centrale, periferico e vascolare (anemia emolitica e piastrinopenia). Infine, sono possibili anche problemi a cuore e polmoni di diversa entità.

La diagnosi

La conferma di un sospetto di mononucleosi infettiva si ottiene in base alla clinica e all’esame morfologico del sangue che consente di evidenziare un elevato numero di globuli bianchi ingranditi e alla ricerca, attraverso specifici test sierologici, degli anticorpi contro il virus EBV.

Trattamento della mononucleosi infettiva

Nella maggior parte dei casi, si può ricorrere a una terapia sintomatica, ossia basata su sostanze in grado di attenuare i sintomi (farmaci che abbassano la febbre e antinfiammatori) e sul riposo. L’ammalato deve restare a letto per tutto il periodo acuto, febbrile, della malattia, e deve seguire una dieta leggera ma piuttosto nutriente.

È consigliato consumare cibi integrali e ricchi di sostanze nutritive, assumere proteine magre di buona qualità, cereali, frutta e verdura e limitare il consumo di grassi per evitare un sovraccarico del fegato. Risulta, inoltre, importante non sottoporsi a sforzi per un periodo piuttosto prolungato, anche di alcuni mesi, dopo la risoluzione della fase acuta della malattia.

In caso di complicazioni, quali faringite grave accompagnata da problemi respiratori, piastrinopenia o soppressione midollare, sono indicati i corticosteroidi.