Presso lo studio del Dott. Berni Canani è possibile praticare lo studio delle otoemissioni acustiche transitorie e da distorsione acustica

Le otoemissioni acustiche rappresentano l’esame di scelta nello studio e nello screening delle sordità infantili e nella diagnosi differenziale tra ipoacusia da patologia cocleare o retrococleare (ad esempio nel neurinoma dell’VIII nervo cranico).

Otoemissioni acustiche evocate transitorie

Le otoemissioni acustiche evocate transitorie (TEOAEs) vengono registrate con una sonda posta a perfetta tenuta nel meato acustico esterno e nella quale sono contenuti un trasduttore e un microfono. I fondamentali parametri utilizzabili per scopi clinici delle otoemissioni evocate transitorie sono: la soglia, l’ampiezza, lo spettro della risposta espressa in intensità (dBSPL) e la latenza. Le TEOAEs non vengono evocate in presenza di ipoacuse superiori a 30 dbHL ed in presenza di patologie dell’orecchio medio, per cui non forniscono informazioni sul tipo o sul livello di ipoacusia.

Le TEOAEs trovano il loro impiego clinico nello screening audiologico neonatale, dove è il primo esame, per il loro basso costo economico, per la modesta invasività e la rapidità di esecuzione, anche perché nel neonato l’ampiezza delle risposte è superiore a quelle dell’adulto e pertanto molto ben analizzabili.

Limiti della metodica:

  • alcuni problemi tecnici come il corretto posizionamento della sonda, non sempre facile nei neonati, la necessità di una buona pulizia del condotto uditivo esterno che sempre nei neonati è spesso difficile, il rumore ambientale, che può mascherare la risposta;
  • la bassa specificità frequenziale è dovuta allo stimolo utilizzato, il click, che possiede una frequenza compresa all’incirca tra 1000 e 3000 Hz;
  • è un test altamente sensibile (non si hanno falsi negativi) ma poco specifico (si ha un discreto numero di falsi positivi)
  • non permette una valutazione dell’ipoacusia se il deficit uditivo supera circa i 30 dBHL.

Otoemissioni acustiche evocate da prodotti di distorsione

Le otoemissioni acustiche evocate da prodotti di distorsione (DPOAE) sono il risultato della risposta a due stimoli (toni puri diversi in frequenza) inviati simultaneamente. La genesi delle DPOAEs è legata anche essa alla stimolazione non lineare delle cellule ciliate esterne. Il parametro principale dei DPOAEs è l’ampiezza che è determinata dall’ampiezza dei toni primari.

L’utilizzazione clinica dei DPOAEs è molto simile alle TEOAEs:

  • nello screening neonatale dove hanno solitamente le identiche modalità e le medesime limitazioni delle TEOAEs ma presentano una superiore specificità frequenziale;
  • nel monitoraggio delle funzioni cocleari per la loro caratteristica dei DPOAEs di modificarsi anche quando il danno cocleare (tossico, traumatico, o degenerativo) non si manifesti con una ipoacusia rilevabile dall’audiometria tonale o quando questa sia limitata ad alcune frequenze;
  • nella diagnosi differenziale delle ipoacusie cocleari da patologie retrococleari;
  • in ambito medico-legale, per le caratteristiche di obiettività e non invasività.

Le limitazioni nell’applicazione dei DPOAEs sono generalmente le stesse della registrazione delle TEOAEs sia nei neonati che negli adulti e inoltre la loro assenza nelle ipoacusie di entità superiore a 40-50 dBHL ne riduce l’utilizzazione nelle ipoacusie di media entità e nel monitoraggio di ipoacusie ingravescenti.

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Il Dott. Berni Canani, specialista in Otorinolaringoiatria Pediatrica, riceve a Napoli e Pescara.
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